Breve storia della disuguaglianza by Michele Alacevich & Anna Soci

Breve storia della disuguaglianza by Michele Alacevich & Anna Soci

autore:Michele Alacevich & Anna Soci [Alacevich, Michele & Soci, Anna]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biblioteca Universale Laterza
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2022-03-15T00:00:00+00:00


Figura 4. La frontiera della disuguaglianza possibile secondo Milanovic, Lindert e Williamson

Fonte: Milanovic, Lindert, Williamson, Pre-Industrial Inequality, cit., Grafico 1, p. 258.

Un’altra importante caratteristica della disuguaglianza in era preindustriale è che essa storicamente aumentava o diminuiva in modo molto irregolare, senza mostrare alcun andamento prevedibile. Come afferma Milanovic, «Prima della Rivoluzione industriale, quando il reddito medio era stagnante, non vi era relazione tra il livello di reddito medio e il livello di disuguaglianza. La disuguaglianza e i redditi erano sospinti verso l’alto o verso il basso da eventi idiosincratici come epidemie, scoperte geografiche (quella delle Americhe o di nuove rotte commerciali tra l’Europa e l’Asia), invasioni e guerre». Il valore massimo toccato dall’indice di Gini al culmine dell’impero romano nel 150 d.C. era superiore ai 40 punti; raggiungeva i 20-25 punti nel IV e nel V secolo e i 15 punti nel 700 d.C. I coefficienti di Gini (relativi, in questo caso, alla ricchezza e non al reddito) nell’Italia nord-occidentale si posizionavano tra i 52 e gli 85 punti nel periodo che va dall’inizio del XIV secolo alla fine del XVIII secolo, mentre nei Paesi Bassi nel periodo tra il 1400 e il 1850 il coefficiente di Gini variava da un minimo di 35 a un massimo di 56. In sintesi, la disuguaglianza si è mossa secondo «onde» attorno a un livello di reddito medio fondamentalmente fisso43.

Con la Rivoluzione industriale e l’inizio di un processo di crescita economica autonoma e di urbanizzazione, prima in Inghilterra e poi in altre nazioni, i redditi medi hanno cominciato a crescere, la disuguaglianza interna alle nazioni industrializzate è aumentata per circa un secolo, ha raggiunto una fase di stabilità a cavallo del XX secolo o poco dopo, e ha cominciato a diminuire fino alla fine della seconda fase della globalizzazione, più o meno alla fine degli anni Settanta. Questa traiettoria a U rovesciata – teorizzata poi da Kuznets nel 1955 – ha corrisposto alla transizione dall’agricoltura all’industria e ha rispecchiato, come espresso in modo lucido da James Galbraith, la nozione per cui «il fattore determinante della disuguaglianza economica è la composizione strutturale dell’economia stessa»44. Naturalmente, i paesi non erano completamente sincronizzati nella loro transizione intersettoriale e, a seconda del paese preso in esame, la curva di Kuznets aveva una durata più o meno lunga, iniziava prima o dopo, era più o meno ripida, e l’intervallo tra il suo picco massimo e il suo minimo poteva anch’esso variare. La Tabella 1 (cfr. paragrafo 4.5) presenta i valori essenziali della curva a U rovesciata di Kuznets per un piccolo esempio di nazioni.

Si ritiene che la parte discendente della curva di Kuznets – quella più vicina a noi temporalmente e che rispecchia la diminuzione «storica» della disuguaglianza, prima del suo riapparire – sia dovuta a una serie di fattori positivi e negativi, come la chiusura del divario tra salari rurali e urbani; la riduzione della redditività del capitale; la distruzione di capitale, l’aumento della tassazione e dell’inflazione a causa delle due guerre mondiali; e importanti cambiamenti politici a favore di politiche inclusive e redistributive.



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